– Episodio 1 –
Le fiabe della buonanotte: “La Streghetta dai Capelli Crespi”
Il ciuffo troppo corto
La Streghetta e i suoi magici capelli
La Streghetta dai Capelli Crespi era una giovane strega gentile che viveva nel curioso Fantamondo Ziwibù.
La chiamavano così per i suoi capelli variopinti, rumorosi e ribelli. Il giorno in cui inizia la nostra storia era talmente disperata a causa loro che decise di chiedere aiuto alla famosa parrucchiera Piera.
I capelli erano lunghissimi e pesanti, mentre il ciuffo le copriva completamente gli occhi. La Streghetta quasi non ci vedeva, inciampava su ogni cosa e addirittura sbagliava strada!
«Buongiorno!» fece Piera, appena la vide entrare nel suo salone. «Capelli agitati? Sei venuta nel posto giusto. Il mio motto è:
Taglio e colore,
senza dolore.
Strega, streghella
ti farò bella!
«Puoi accorciarmi un po’ i capelli?» chiese semplicemente la Streghetta.
«Oh, sì! È la mia specialità» rispose Piera, «una sforbiciata qua, un’accorciatina là, una sfilatina su, una pettinatina giù e sarai bella come una modella!»
«Grazie» sussurrò la Streghetta, ma la sua voce fu coperta dalle urla disperate dei capelli che volavano in giro per scappare dalle forbici di Piera.
«State buoni, non vi faccio male, vi accorcio solo un po’» disse con voce suadente la parrucchiera, ma non servì a nulla. Per riuscire nella sua missione dovette spruzzarli di sonnifero soporifero e così si addormentò anche la Streghetta.
Una brutta sorpresa
Quando la Streghetta si svegliò, si accorse che i capelli le coprivano appena le orecchie e il ciuffo, cortissimo, rimaneva sparato in aria.
La parrucchiera Piera, soddisfatta, disse:
«Sei bella come la fata Michela
che ogni giorno mangia una mela.
Sei bella come la maga Alice
che sa sempre quel che dice».
La Streghetta, invece, non si piaceva per nulla, ma ormai il taglio era fatto… Uscita dal negozio si avviò verso casa tenendo con la mano il ciuffo per farlo rimanere basso sulla fronte. In realtà, i suoi capelli erano arrabbiati con lei e con la parrucchiera Piera, neanche a loro piaceva essersi ritrovati all’improvviso corti corti!
Dopo qualche passo, la Streghetta incontrò Dona Strega Buona che le chiese, preoccupata:
«Hai male la testa?
Poverina… è l’influenza!»
La Streghetta sospirò, fece sì con il capo e proseguì.
Poi le venne incontro Rosa Strega Dispettosa. La Streghetta cercò di evitarla, ma fu inutile, Rosa la squadrò per bene e intonò un’antipatica cantilena per prenderla in giro:
«Rapata! Sei rapata!
come una patata! Patata! Patata!
Ah, Ah, Ah!»
Passava di lì anche Iva Strega Cattiva che esclamò:
«Pettinatura da paura!
Ti han fatto una fattura?!»
La Streghetta ci rimase male, ma non troppo perché non ci si può aspettare nulla di buono da due streghe cattive. Proseguì verso casa, mentre pensava a come rimediare al disastro della sua testa.
«Cosa posso fare? Dunque, dunque…. Appendo un peso a ogni capello? Troppo complicato…
Li raddrizzo con il ferro da stiro? E se mi scotto? Troppo pericoloso… Oh sì! Mi farò un impacco con l’unguento ricrescita lesta e i miei capelli cresceranno in un baleno!»
I capelli sentirono i pensieri della Streghetta e si tranquillizzarono un po’.
La scorta di crema era finita, così la Streghetta uscì con il suo cestello sottobraccio per raccogliere erbe e radici e prepararne un altro po’.
Un incontro inaspettato
Camminando per il bosco, la Streghetta incontrò Ignazio, il più bel giovane mago di tutto il regno.
Incuriosito dal berretto di lana che lei teneva calato sugli occhi, Ignazio le chiese: «Perché porti il berretto? non è freddo…»
«È lana magica, leggera e fresca» rispose la Streghetta con la voce che le tremava un po’ per l’emozione. Le capitava così ogni volta che incontrava Ignazio.
«È davvero un bel berretto» fece il mago «Dove l’hai trovato? Ne vorrei uno anch’io».
«L’ho fatto io stessa con i ferri da maglia e la lana che proviene dall’Austrabalia» spiegò la Streghetta.
«Oh…l’Austrabalia è molto lontana! Posso provarlo?»
«No! È personalissimo, e poi, toglierselo fuori casa porta sfortuna!»
«Ne sei sicura? Non lo sapevo».
«È già, non si finisce mai di imparare…» aggiunse la Streghetta, sorridendo. Ignazio allora la guardò negli occhi e le disse: «Stai molto bene con quel berretto».
E poi continuava a fissarla come se non avesse finito di parlare.
La Streghetta attese in silenzio. Lui proseguì: «Non ci crederai, ma… oggi pensavo a te, e mi chiedevo… ti andrebbe di venire con me alla festa del solstizio, questa sera? »
La Streghetta sentì le farfalle nello stomaco e le guance che diventavano bollenti, quasi non aveva voce per rispondere…
«Sì… Certo che sì… » disse con un filo di voce.
Ma cosa stava succedendo? Un invito da Ignazio? Il Mago più ammirato e conteso. Era fantasia o realtà? La Streghetta dai Capelli Crespi si diede un pizzicotto e… Ahi! gridò per il dolore.
«Cosa c’è? Ti sei fatta male? » chiese Ignazio.
«No, niente! Il piede… è stato un sasso…» mentì la Streghetta, mordendosi la lingua.
«Allora, a stasera!» la salutò Ignazio «E ricorda, voglio ammirare i tuoi capelli, sono così belli…»
E i capelli gongolarono dalla gioia.
Alla festa del solstizio
«Cosaaa??? Belli?» si chiese la Streghetta, stupita. Quando il Mago si fu allontanato, la Streghetta si tolse il berretto e domandò ai suoi capelli: «Pensate di essere almeno carini?»
«Molto di più! » risposero loro «allegri, appariscenti, simpatici, semplicemente… irresistibili!»
Di certo non erano modesti…
Tornata a casa, la Streghetta preparò la crema ricrescita lesta, se la spalmò sui capelli, ma c’era poco tempo e i capelli si allungarono davvero poco.
Indossò il vestito con il corpetto attillato e la gonna rossa a fiorellini, si mise un nastro di seta tra i capelli e sì, ve lo assicuro, la Streghetta era davvero bella, così, con il taglio corto. Forse, era anche più bella del solito!
Lo scialle ricamato d’oro con le frange lunghe a coprirle le spalle, la Streghetta si avviò verso la piazza da dove proveniva già la musica della festa.
Quella sera, la Streghetta dai Capelli Crespi e il Mago Ignazio, ballarono fino a notte fonda e la loro gioia si sparse tra i monti e le valli nel curioso Fantamondo Ziwibù, dove ogni cosa è magica e tutti, proprio tutti, si divertono a parlare in rima.