A volte i bambini mi chiedono quale preferisco tra i miei libri, io rispondo sempre che ogni libro è il mio preferito, come se avessi scritto solo quello in tutta la vita.
I miei libri sono diversi uno dall’altro, ma ognuno è frutto di ispirazione, mi ha fatto vivere emozioni uniche e, sempre, mi sono divertita a scriverlo. Per me, scrivere un romanzo, un racconto è un viaggio, inizia il giorno in cui mi passa un’idea per la testa e non so bene dove e come vada a finire perché la storia è un fiume che scorre, non lo puoi contenere, e solo fino a un certo punto puoi decidere dove deve andare.
E poi ci sono i personaggi che bussano alla mia porta. Me li trovo seduti in salotto e mi inseguono per la casa finché non li ascolto. I personaggi hanno il loro carattere, le loro idee e la storia è il mondo in cui vivono, come noi abbiamo il nostro. Mi piace metterli nei guai, ma poi, finché non li ho tirati fuori, il mio pensiero va continuamente a loro, anche se sto facendo la spesa, sono in fila alla posta o pulisco la casa.
Tra il momento in cui scrivo una storia e quello in cui la storia diventa un libro può passare tanto tempo, anche anni. Io scrivo e poi… aspetto che si creino le condizioni favorevoli, che arrivi l’editore, l’illustratore e la mia storia possa arrivare ai bambini, ai ragazzi, ai genitori, ai nonni, e ai tanti appassionati di letteratura per ragazzi per la loro felicità e per quella della storia stessa.
Ogni volta, scritta l’ultima pagina o dopo l’ultima rilettura, penso con affetto: è una buona storia, troverà la sua strada.