Il libro nato dalla staffetta di scrittura creativa
“Questa guerra non è più un gioco”
Ho fra le mani un libro speciale, un libro che parla di cose su cui non si può scherzare perché… si muore. Nel videogioco sembra tutto finto e tu sei al sicuro nella tua casa, ma se, invece, tu fossi là dove si spara, si gela e… sembra non esserci scampo?
Quando quel “se” diventa reale, cosa accade? Ce lo raccontano i ragazzi della staffetta Bimed 2018/2019.
“Questa guerra non è più un gioco…” è stato scritto, a partire da un mio incipit, dagli studenti di alcune classi di scuola secondaria di primo grado sparse per tutt’Italia: la classe II A di Buccino (SA), la classe II F del “Zumbini” di Cosenza, la classe II G dell'”Antonelli” di Pescara, le classi II B/D del “Manzoni” di Mugnano del Cardinale (AV); la classe II G del “Pascoli di Silvi (TE), le classi II A/B del “Foscolo-Gabelli di Foggia, la classe II E del “Marconi” di Battipaglia (SA), la classe III B del “Croce” di Ferro (VA), la classe III C del “Paolo II” d Salerno, la classe II A di Buccino (SA).
Nella staffetta la storia passa di mano in mano e via via prende forma con il contributo delle diverse classi coinvolte, l’aiuto dei docenti e dello staff Bimed, molto bello far parte di questo meraviglioso progetto, grazie…
Incipit per la categoria ``Medie``
War War War
Ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado è stato proposto il tema della guerra per condurli in dimensioni diverse rispetto a quelle cui sono abituati a vivere. La guerra, infatti, è una cosa lontana vista sul web, in televisione o, addirittura, “vissuta” mediante i videogiochi. Ma in realtà, in tante parti del mondo, esistono conflitti terribili che portano gravi sofferenze alla popolazione, ai soldati di entrambi gli schieramenti e a chiunque in vario modo sia coinvolto. Non si può prendere queste cose con leggerezza…
Ecco quindi l’inizio del racconto che ho scritto per loro…
È la guerra.
Corro sulla neve e sparo.
Vedo solo la canna della mitragliatrice e il caricatore. Premo il grilletto e la neve è falciata dalle pallottole. Le case vanno a fuoco, neve, soldati, aerei sopra la mia testa. Non c’è il tempo di pensare. Sparo, sparo a tutto ciò che si muove. Una pallottola mi sfiora. Devo individuare chi è stato. Mi nascondo dietro a un muro. Ho paura che mi colpiscano, se mi trivellano di colpi, rischio di morire e di uscire dalla partita. Mi sporgo per vedere. Una raffica di pallottole mi prende di striscio, lo schermo diventa sfocato ai lati e si tinge di rosso.
Sono stato ferito. Mi ritiro nella casa per recuperare le forze. Mi accovaccio in un angolo, intorno a me, solo macerie. Poco a poco, la vista si fa più nitida, mi rialzo ed esco dall’abitazione. Giro intorno all’isolato, vedo il nemico, ma la prospettiva non è buona, decido di fare un giro più largo. Sto correndo, sento il mio personaggio ansimare, sotto la neve che continua a scendere a grossi fiocchi.
Un mio compagno di squadra mi dice qualcosa, ma non riesco a capire perché nella realtà, qui fuori, c’è un temporale che i tuoni ti spaccano i timpani. Il mio compagno, sbagliando, si avvicina pericolosamente al nemico, questo gli spara una raffica di colpi dritti in testa e lo uccide.
Sono l’unico rimasto, a poche decine di metri dietro il soldato avversario. Concentratissimo davanti al videogioco, sto per finire il mio nemico quando… un fulmine colpisce me e la consolle.
Non sento dolore, solo una forza potente che mi risucchia dentro un vortice di mille colori. Gira, gira tutto…
È freddo e duro il terreno ghiacciato sotto di me. La neve cade sul mio viso e sulle mie labbra, mentre qualcosa di metallico mi preme sulla tempia e mi fa male. Apro gli occhi e riconosco il mio nemico: tuta mimetica e maschera antigas, stivaloni di cuoio alti fino al ginocchio.
Il suo fucile è puntato sulla mia testa. Mi urla qualcosa in una lingua che non conosco. Ma io capisco una sola cosa: questa guerra non è più un gioco…
Indicazioni per proseguire
Sei terrorizzato, se il nemico ti spara, muori veramente. Nella realtà c’è una sola vita e adesso stai per perderla perché non si tratta più di un gioco ma di vita reale.
Pensi alla tv, alle scene che vedi al telegiornale quando la gente muore. Non ti hanno mai interessato, come se fosse tutto inventato, cose finte come il videogioco con cui sei abituato a giocare.
Ma ora capisci che è tutto diverso, che c’è la paura e il dolore.
Sei fortunato, arriva un tuo compagno che con il calcio del fucile stordisce il nemico e ti aiuta ad alzarti. Ti metti in piedi, ma ti fa male a un ginocchio, ti accorgi che sanguina. Il sangue vero ti impressiona e ti gira la testa.
Come può essere tutto così brutto? Ti chiedi, mentre desideri solo tornare a casa… Zoppicando, raggiungi il quartier generale della tua squadra. Com’è? Descrivilo. Mangiate e fate nuovi piani di difesa.
La città è stata attaccata dal nemico e alcuni uomini si stanno occupando di proteggerla e cacciarlo via. Tu sei il più giovane, ma c’è un altro ragazzo. Si chiama… Ha perso entrambi i genitori. Fai amicizia con lui e con la sua sorellina che ha solo sette anni. Ci sono anche donne e bambini con voi. Come vivono? Ti chiedi che guerra è, perché è scoppiata.
Non piace a nessuno questa guerra.
Come vive la gente? È freddo, c’è la neve, i viveri sono scarsi… Come passi la notte? Il giorno dopo i nemici lanciano un nuovo attacco e tu sei preso prigioniero.
Da prigioniero hai modo di conoscere anche i nemici. Non sai la loro lingua, ma sono uomini uguali a te e ai tuoi compagni. Come ti trattano? Sono bruschi, ma ti offrono da mangiare e la possibilità di dormire, lavarti, ti rispettano. Scopri che anche loro pensano di avere ragione. Anche loro ti considerano “il nemico”.
Ma chi è il nemico? Confusione nella tua testa, vuoi solo tornare a casa…
Perché questi uomini non si stringono la mano e fanno la pace? Sarebbe così semplice…
Riesci a evadere e a trovare una soluzione per far finire la guerra?