Amo il bosco in ogni stagione dell’anno, è sempre diverso e meraviglioso.
Il bosco mi attrae e così capita che io ci finisca in mezzo anche se non ne avevo l’intenzione.
Oggi io il mio compagno siamo usciti di casa per una passeggiata pensando di rimanere sulla strada, ma ben presto abbiamo tagliato per un prato e poi il sentiero ci ha condotti in un bosco di faggi e abeti rossi.
E’ stato come cambiare dimensione.
Nonostante gli alberi fossero spogli, sui rami, solo poche foglie color ruggine, la terra fosse ghiacciata sotto i nostri piedi e l’erba sul bordo del viottolo fosse gialla e secca, sentivo il palpitare della vita nello scorrere della linfa sotto la corteccia, nel rigonfiamento delle minuscole gemme, nel verde intenso del muschio ed anche… nella vibrazione dell’aria che percepivo a occhi chiusi.
Tutto questo mi regalava una gioia inebriante e potevo solo sorridere.
Poi ho cominciato a riconoscere dei visi curiosi, qua e là, sui tronchi degli alberi.
“I folletti ci guardano” ho pensato.
Ho posato la schiena contro il fusto snello di un albero leggermente inclinato come ad accogliermi con dolcezza.
Ho immaginato di sprofondare in lui fino a scomparire. E rimanevo così a godermi quello stare meraviglioso quando Francesco, non vedendomi più accanto a lui è tornato indietro: “Laura, dove sei?”
Non mi vedeva, eppure ero davanti a lui.
“Sono qui”.
Invisibile? Come i folletti?
“A ecco, sì… ti sei mimetizzata” ha detto lui come se fosse una cosa del tutto normale.
“Già”.
Sarà stato il cappuccio della giacca a vento che teneva sollevato sulla testa per ripararsi dal freddo, oppure la magia dell’albero a farmi scomparire per un momento?
Non lo sapremo mai.
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