– Episodio 14 –
Le fiabe della buonanotte: “La Streghetta dai Capelli Crespi”
Gli undici gatti e le regole della casa
Guarda un po’ chi arriva
Tutto quel vento, per così tanto tempo aveva creato un sacco di guai nel Fantamondo Ziwibù. Molte case erano state danneggiate, alcune addirittura distrutte.
La magia di protezione della Streghetta aveva messo al sicuro la casa e la stalla in cui viveva con i suoi amici animali, i campi dove le piante se ne stavano tranquille e il laghetto popolato da molti pesci. Così il vento, divenuto leggero, aveva solo portato in giro un sacco di foglie vecchie, aghi di pino e ramoscelli secchi.
La Streghetta stava ripulendo il cortile con l’aiuto del pony Tony, quando lui annusò l’aria e disse:
«Sento profumo di bottoni
arriveranno dei gran gattoni!»
Siccome le previsioni di Tony si avveravano sempre, la Streghetta si voltò verso il cancello e riconobbe la Maga Rossana, dalla rossa sottana, che si portava dietro un carretto di valige e, ben… undici gatti!
La Streghetta non la vedeva da tanto tempo e fu felice di riabbracciarla.
Rossana le chiese:
«Possiamo stare da te per un po’, la mia casa è caduta e non sappiamo dove andare».
«Certo» rispose la Streghetta, invitandola a entrare, ma era già preoccupata per come avrebbero fatto a starci tutti insieme, e soprattutto si chiedeva se gli animali sarebbero andati d’accordo tra loro.
In fila per tre
Rossana tirò dentro il carretto con i bagagli e gli undici grossi gatti, in fila per tre col resto di due, presero a marciare miagolando a volontà.
«Sembrano ben educati» disse la Streghetta.
«Lo sono, finché non vedono un topo o un volatile».
«Tipo un gallo o una gallina?» chiese la Streghetta.
«Sì, in quel caso si scatenano e nessuno può fermarli».
Ma era già troppo tardi, i gatti stavano inseguendo la gallina Sandrina e il gallo Paolo che scappavano terrorizzati, seminando piume e penne in giro per la casa.
«Richiamali, richiamali!» urlò la Streghetta.
«Non so come fare…»
«Ma sono i tuoi gatti!»
Ci voleva una magia, una magia immediatamente!
Inconvenienti
Per fortuna in quel momento la tartaruga Uga tirò fuori dal forno una torta che aveva messo a cucinare e un invitante profumino si sparse per tutta la cucina. I gatti lo sentirono e abbandonarono l’assedio a Paolo e Sandrina, per rivolgere la loro attenzione al dolce.
«Non lo mangerete» precisò la Streghetta, «prima dovete dimostrare di meritarvelo, rispettando le regole della casa».
«Ci sono delle regole?» chiese il capo dei gatti.
«Certo».
«Quali?» domandò il vice dei gatti.
«Il rispetto dell’altro, delle sue cose e del suo spazio; partecipare ai turni di cucina, di pulizia della casa e ai lavori della fattoria».
«Allora non possiamo mangiare il gallo e la gallina?» chiese il gatto più giovane.
«Nessuno mangia nessuno» chiarì la Streghetta.
«E la torta?»
«Se accettate le regole e decidete di rimanere, tutto verrà spartito».
I gatti guardarono i volatili sopra la credenza, la torta e poi Rossana, come per ricevere un consiglio. Lei fece sì con la testa per dire che era d’accordo con la Streghetta.
Dopo un consulto tra loro, gli undici gatti accettarono le condizioni.
«Va bene, ora possiamo mangiare la torta?» chiesero.
«Dopo che avrete rastrellato le foglie in cortile» disse la Streghetta, per metterli alla prova.
«Andate, Andate…» aggiunse la Maga Rossana dalla rossa sottana.
E poi torna a casa Pietruzzo
Proprio in quel momento entrò in cucina lo Struzzo Pietruzzo:
«Buongiorno amici!» disse, felice dei nuovi arrivi in famiglia.
Ma i gatti si erano rifugiati sotto il divano pieni di spavento.
«Aiuto!!! Un pollo gigante!» urlavano.
Non avevano mai visto uno struzzo.
«Non mangiarci, per piacere!» lo supplicarono.
Poi si ricordarono delle regole della casa: nessuno mangia nessuno e si sentirono sollevati.
Ancora di più quanto Pietruzzo disse, stupito «Io non mangio i gatti, che buffo pensiero…»
Dopo il lavoro all’aperto, tutta la grande famiglia della Streghetta si riunì attorno al tavolo della cucina a mangiare la squisita torta di mele e cioccolato e nacque una nuova canzone:
Mangiamo la torta senza pensieri
lasciamo i litigi, non siamo guerrieri;
lo sappiamo, siamo diversi
te lo diciamo con questi versi.
Stiamo insieme in armonia
tu dici la tua, io dico la mia,
non ci spaventano le difficoltà
viva la nostra diversità!